martedì 16 novembre 2010

Incontro


Mattina di un giorno qualunque. 
Lei cammina nella nebbia avanzando tra refoli di nebbia, immagine indistinta fino all’incrocio sul ponte. 
Le cade un guanto, si china per raccoglierlo ma lui l’ha già in mano e glielo porge. 
Un sorriso, un grazie e per entrambi l’attesa è terminata. 
Quando era iniziata?
E’ lui, volto amato, da troppo tempo lontano, perso per capriccio del destino o è il frutto della sua immaginazione, evocazione della mente, nelle lunghe notti insonni, lo sguardo a fissare un punto indistinto dello spazio, a dare forma a quello che non c’è.
Camminano lentamente, vicini, senza parlare, estranei e intimi, grondanti di emozioni e desideri inespressi. 
Nel palpabile silenzio a dare voce a inquietudini passate la mano di lui afferra la sua, la stringe, le dita si intrecciano in un tacito consenso, i palmi aderiscono, non c’è bisogno di parole. 

Nessun commento:

Posta un commento